Per i certificati digitali (CDPD) non è più possibile procedere all’autentica di firma poiché i Comuni non sono dotati degli strumenti per agire digitalmente sulla procedura di vendita (vedi sentenza del Consiglio di Stato n. 590/2019REG.PROV.COLL, pubblicata il 24 gennaio 2019, assunta proprio sulla base della valutazione di natura vincolante dell’atto, al fine di non vanificare l’evoluzione digitale della procedura e nel principio dell’unicità del documento stesso).
Dal 1° gennaio 2020 il DU (Documento Unico del veicolo) ha sostituito il certificato di proprietà dell’auto e comprenderà anche la carta di circolazione.
Con la nuova disciplina entrata in vigore il 1° gennaio 2020 le procedure sono state completamente digitalizzate e contestualmente, con il Decreto ministeriale 13/03/2019, è stata disposta l’abrogazione della modulistica prevista per l’immatricolazione, aggiornamento della carta di circolazione conseguente al trasferimento di proprietà dei veicoli nonché di altre procedure legate ai beni mobili registrati.
Pur definendo l’intero processo di digitalizzazione, sia dal punto di vista normativo e sia per quello gestionale, nulla si prevede per i documenti cartacei ancora in uso. Nel Comunicato ministeriale 19/04/2019 a firma del Ministero dei Trasporti, ACI e PRA, relativamente agli «atti nativi cartacei», le poche indicazioni presenti conducono direttamente alla competenza degli STA (sportello telematico dell’automobilista) per la dematerializzazione del documento (il vecchio CDP), con conseguente sottoscrizione, mediante tablet, da parte del venditore. Il tutto verificato e controfirmato dal funzionario dello STA.
Per ulteriori informazioni, consulta il sito dell'Automobile Club d'Italia